Oh no ho sbagliato! E ora che succede?Si cresce!

Quanti di voi hanno/hanno avuto paura di sbagliare almeno una volta nella vita?
Ma poi…si smette di aver paura di sbagliare, crescendo?

Io ricordo per esempio che avevo paura di sbagliare i compiti, avevo paura che la maestra potesse sgridarmi o darmi una nota perché non avevo completato in modo corretto gli esercizi assegnati. Avevo paura che facendo un esercizio in più sarei stata richiamata; avevo paura di chiedere aiuto alle insegnanti se non capivo una consegna perché sbagliare, commettere errori non andava bene!

Crescendo poi le paure di sbagliare rimangono: abbiamo paura di sbagliare sul lavoro e delle conseguenze che questo può portare, abbiamo paura di scegliere il nido o la scuola non giusta per i nostri bambini. E questa paura, legata più alle conseguenze che all’errore in sé, si sposta sui nostri figli.
Pensiamo a quante volte blocchiamo i nostri bimbi prima che facciano una cosa potenzialmente pericolosa oppure quante volte chiediamo loro se sono sicuri di ciò che stanno dicendo/facendo?
“Sei sicuro di aver capito bene?”
“Non fare così che poi rischi di farti male”
“Guarda ti aiuto io”
“Lascia stare, è troppo pericoloso”
Tutte queste frasi, che almeno una volta nella vita abbiamo detto/sentito, minano l’autostima e la ricerca di autonomia nei bambini.

Ammettiamo però che non sempre lo facciamo con consapevolezza, ma viene quasi in automatico come se il nostro istinto protettivo, il desiderio che i nostri bimbi non soffrano mai, ha la meglio sulla razionalità, con il solo scopo di evitare in lui/lei gli stati d’ansia ed il confronto con un Mondo crudele. Ma mostrare che tutto è bello, che si fa sempre giusto e non si sbaglia mai, va davvero bene?

Cosa succederà nel momento in cui noi non saremo lì con loro, commetteranno un errore e si troveranno di fronte alle inevitabili conseguenze?

Nel libro “Scuole Felici. La pedagogia basata sul Metodo Danese nei servizi 0-6 in Italia” l’autrice la Dott.ssa Giovanna Giacomini, dedica un approfondimento proprio sullo sbaglio e su quanto l’errore in realtà sia il più grande maestro di vita. “Lasciare libero il bambino di sbagliare significa permettergli di agire nel mondo e di apprendere in modo spontaneo Spesso, tuttavia, i bambini sono tenuti, come si dice, sotto una campana di vetro. Perché diciamocela tutta, è meglio non sbagliare”

Proviamo ad analizzare una delle cose che tutti, ma proprio tutti i bambini fanno quando approcciano con il vestirsi da soli: indossare le scarpe al contrario.
Voglio farvi una domanda: cosa succede se il bimbo indossa le scarpe al contrario? Se deve fare poca strada, nulla, se ne deve fare molta, dopo un po’ che cammina gli faranno male i piedi. E a quel punto cosa accadrà?
Il bambino probabilmente ci farà presente il problema e a quel punto noi possiamo guidarlo alla ricerca della soluzione: “TI fanno male i piedi, ok, andiamo per esclusione: prova ad osservare le scarpe: hai un sassolino dentro? No, il calzino è messo male? No, forse le scarpe non sono messe bene? Proviamo a guardare assieme…” Conduciamo il bambino alla soluzione ma non diamogli noi la risposta, lasciamo che raggiunga autonomamente la risoluzione del problema.

Ma cosa succede se noi, appena notiamo che il bambino ha invertito le scarpe, gli diciamo: “Ma no tesoro, guarda, hai messo le scarpe a rovescio! Dai togliamole che così ti aiuto a metterle nel modo giusto”.
Se diciamo queste parole al bambino, miniamo la sua autostima, la fiducia che ha in sé stesso, e quello che per lui è culminato nel raggiungimento di un obiettivo in realtà si rivela un fallimento.

Impedendo ai bambini di provare, di sperimentare e quindi di sbagliare, gli stiamo impedendo di crescere. Noi genitori vorremmo sempre che i nostri figli fossero al sicuro, non provassero mai un fallimento, ma la realtà è che dobbiamo uscire dall’idea che sbagliare significa fallire. L’errore infatti è un’opportunità: un’opportunità per imparare.

Pensiamo per esempio alle ricerche in campo medico e scientifico: sono stati svolti numerosi esperimenti, tentativi, prove, e con essi tanti errori, tanti sbagli. Ma proprio quegli errori hanno portato al raggiungimento degli obiettivi; pensiamo ai fratelli Wright e alle prime esperienze di volo e guardiamo dove siamo oggi.

Continua la Dott.ssa Giacomini “Dobbiamo riguadagnare la libertà di sbagliare. Sbagliare offre moltissimi insegnamenti. Insegna a rialzarsi, a valutare le situazioni per volgere al meglio, a non lasciarsi abbattere. Insegna la pazienza, l’impegno, le responsabilità, le conseguenze delle nostre azioni”.

Voi direte, facile a dirsi ma non a farsi, per questo vi voglio portare un esempio: mia figlia ha scritto in modo incompleto i compiti nel diario, la maestra ancora non li aveva caricati nel registro elettronico e l’indomani sarebbe dovuta tornare a scuola con i compiti fatti. “Mamma e adesso cosa facciamo?”
“Facciamo i compiti che hai segnato e domani quando torni a scuola e li correggerete spiegherai alla maestra che per errore hai segnato male i compiti”. Inizialmente era terrorizzata all’idea di andare a scuola con i compiti incompleti, poi però ha capito! A scuola si va per imparare, e per imparare alcune volte si deve sbagliare.

Ha scritto in modo incompleto i compiti – quindi non ha svolto il tutto in  modo completo – la maestra ha detto a Giorgia che per la prossima volta deve recuperare i compiti non svolti– insegnamento: presterà maggiore attenzione la prossima volta che scriverà i compiti alla lavagna.

L’istinto del genitore invece, è quello di correre ai ripari scrivendo nel gruppo e confrontandoci con gli altri genitori per impedire al bambino di sbagliare e quindi di assumersi la responsabilità. Ma così facendo, li portiamo a vivere in una realtà idilliaca dove tutto va bene, non ci sono errori e conseguenze, dove di fatto non imparo a valutare i pro e contro delle mie azioni.

Educare all’errore significa educare all’autonomia”, essere autonomi vuol dire essere capaci di affrontare il mondo esterno, il mondo così detto REALE, è già perché un mondo in cui non ci sono errori, tutto va bene non è reale.
Avete mai visto la soddisfazione negli occhi del bambino che inizia a vestirsi da solo? Avete mai notato la luce nei suoi occhi quando ha imparato ad indossare le scarpe? Quelli per lui sono obiettivi di vita raggiunti! Sono motivo di orgoglio, crescita e soddisfazione. E se indossa le scarpe invertite o il giubbotto a rovescio? Va bene! Arriverà il giorno in cui comprenderà l’errore e le indosserà nel modo giusto, a quel punto sarà doppiamente felice e noi saremo gli saremo accanto e festeggeremo con lui/lei questo traguardo.

Consiglio di lettura

Scuole felici – EricksonLIVE