Nei giorni scorsi mi sono imbattuta in una immagine sui social che raffigurava un bambino in autobus che leggeva un libro. La didascalia recitava “un immagine rara che fa riflettere”, ed è vero! A me ha fatto riflettere, molto.
Se ci capita di passeggiare per un parco, o di viaggiare con i mezzi pubblici, e di osservare le persone che ci circondano, noteremo che tutti (o quasi) sono piegati sui propri smartphone a guardare video o giocare, mentre non più tardi di qualche anno fa non era raro vedere le stesse persone con un libro in mano o impegnati a svolgere le parole crociate.
Sento spesso dire che i bambini non devono usare i dispositivi elettronici, che devono leggere e non “bruciarsi il cervello” con la tecnologia. Tuttavia mi sorge spontanea una domanda: come possono i bambini stare lontano da smartphone e tablet, se noi adulti per primi li utilizziamo in modo smodato?
Noi adulti siamo un esempio per i bambini, se essi quando si voltano ci vedono sempre impegnati a seguire i nostri conoscenti sui social, piuttosto che intenti a leggere un libro, come possiamo pensare che essi di loro spontanea volontà ne prendano uno e si mettano a leggere?
Mia mamma ha sempre letto tantissimo ed ogni volta che andava in biblioteca, io la seguivo e così mi sono avvicinata alla lettura. Con l’avvento degli ebook reader, io non ho abbandonato la carta. Seppur usando molto la tecnologia, per lavoro e per diletto, non riesco a leggere un libro che non sia fatto di carta!
Per questo, nel mio lavoro, ho sempre amato leggere libri ai bambini: mostro loro le immagini e intanto imito i personaggi inventando la loro voce e creando canzoncine e cantilene per fargli apprezzare la storia.
Dopo la maturità ho avuto un’esperienza di lavoro nella biblioteca comunale e lì ho avuto il piacere di avvicinarmi alle letture animate, una in particolare mi ha colpito e la propongo sempre ai bambini “A caccia dell’orso” di Michael Rosen e Helen Oxenbury.
Il libro parla di questa famigliola che un giorno decide di andare a caccia di un orso (chi mai andrebbe a cacciare un orso?). Una volta vestiti partono all’avventura cantando sempre la stessa canzone “A caccia dell’orso andiamo, di un orso grande e grosso, ma che bella giornata paura non abbiamo”; durante il loro viaggio incontrano molti ostacoli: erba alta, fango, tempesta,… le onomatopee accompagnano i passi dei protagonisti per dare l’idea ai bambini del suono che, per esempio, fanno le nostre gambe quando attraversano un prato.
Io lo trovo favoloso! Con i bimbi, spesso ci divertivamo (forse mi divertivo più io) a rappresentare la storia: fingevamo di indossare giacche e scarpe, zaino in spalla e via, all’avventura!
E’ un libro che si presta anche ai più piccini, infatti si può pensare di creare un percorso sensoriale con elementi che richiamino quelli del libro e, a mano a mano che si procede con la storia, i bimbi camminando a piedi scalzi lungo il sentiero possono provare le stesse sensazioni dei protagonisti del libro.
Oppure, ancora, possiamo utilizzare delle bottiglie sensoriali al cui interno racchiudere gli elementi descritti nel libro…
Insomma, con un po’ di fantasia un libro può diventare un’avventura!
Lo trovi qui: Amazon.it: A caccia dell’Orso. Ediz. illustrata – Rosen, Michael, Oxenbury, Helen, Carminati, Chiara – Libri
Di: Serena Guerrato, tutor degli apprendimenti, assistente alla direzione e formatore Educatori WOW