Time-Out e “Sedia del Castigo”: Funzionano Davvero?

Dalla redazione di EduFamily – La piattaforma che diffonde i più influenti modelli educativi contemporanei.

Quando un bambino esplode in una crisi di rabbia—urla, colpisce, morde o lancia oggetti—molti genitori si trovano a chiedersi quale sia la reazione migliore. Una delle tecniche più comuni è il time-out, che consiste nel mettere il bambino in isolamento, spesso in un angolo della casa o su una “sedia del castigo”, con l’intento di fargli riflettere sul suo comportamento.

Ma è davvero una strategia che funziona? O forse ci sono metodi più efficaci per aiutare i bambini a gestire le loro emozioni? Scopriamo insieme un approccio alternativo, che si basa sulla connessione e sull’educazione emotiva.


Ma perché i Bambini Perdono il Controllo?

I bambini piccoli non hanno ancora la capacità di autoregolarsi. La parte del cervello responsabile della gestione delle emozioni, la corteccia prefrontale, non è completamente sviluppata fino all’età adulta, intorno ai 25 anni! Questo significa che, quando un bambino perde il controllo, non lo sta facendo per sfidare intenzionalmente l’adulto, ma sta lottando con emozioni che non sa gestire.

Punirlo o isolarlo in questi momenti non farà che aumentare la sua frustrazione e insicurezza. Il nostro compito come genitori non è fermare l’emozione, ma insegnare loro come affrontarla in modo più sano.


Cosa Possiamo Fare al Posto del Time-Out?

Invece di ricorrere al time-out, possiamo trasformare quei momenti difficili in opportunità di apprendimento, attraverso il concetto di time-in.

Il time-in è un’alternativa che aiuta il bambino a regolare le sue emozioni attraverso la connessione e non l’isolamento. Invece di allontanarlo, il genitore lo accompagna in uno spazio sicuro e lo aiuta a calmarsi con empatia e comprensione.

Ecco a voi un esempio pratico:

Se un bambino colpisce il fratellino, invece di urlare “Vai subito nella tua stanza!”, si può dire:

👉 “Vedo che sei molto arrabbiato. Vieni con me un attimo, troviamo un posto tranquillo per parlarne.”


Quale può essere la giusta soluzione? Creare uno Spazio di Calma: Il Cuscino della Pace 🛏️

Un modo molto utile per praticare il time-in è creare il “Cuscino della Pace” o una “sedia della calma”. Questo può essere un angolo della casa dove il bambino può andare a rilassarsi quando si sente sopraffatto dalle emozioni.

Vediamo come funziona:

✅ Prepara un angolo accogliente con un cuscino morbido, un peluche, qualche libro o una bottiglia sensoriale. ✅ Spiega al bambino che è uno spazio sicuro, non una punizione. ✅ Accompagnalo lì quando ha bisogno di calmarsi, senza forzarlo o isolarlo.

Esempio pratico: Se il bambino urla e lancia un giocattolo, invece di punirlo, si può dire: 👉 “Capisco che sei frustrato. Andiamo un attimo sul cuscino della pace e respiriamo insieme. Ti aiuto a calmarti.”


Vi starete chiedendo: Il Time-In Significa Giustificare i Comportamenti?

La risposta è No, il time-in non vuol dire ignorare i comportamenti sbagliati. I bambini devono comunque imparare che certe azioni non sono accettabili, ma la differenza sta nel modo in cui glielo insegniamo.

✔️ Dopo che il bambino si è calmato, è importante parlarne insieme, spiegando perché certi comportamenti, come colpire, urlare o lanciare oggetti, non sono appropriati. ✔️ Offri alternative, come: “Quando sei arrabbiato, invece di colpire, puoi stringere il cuscino o fare un respiro profondo.”

Esempio pratico: Se un bambino spinge un compagno perché vuole il suo giocattolo, invece di isolarsi, possiamo dire: 👉 “Se vuoi qualcosa, puoi dire: ‘Posso avere un turno dopo di te?’ Invece di spingere.”


Il Cambiamento Parte da Noi

Il time-out può sembrare una soluzione facile e veloce, ma rischia di non affrontare davvero la causa del comportamento.